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giovedì 30 novembre 2017

Maggy Garrisson

Ci credereste se vi dicessimo che un buon giallo può essere scritto senza bisogno di avventure frenetiche al limite del possibile, senza intrighi internazionali e senza fighe mozzafiato?
La risposta è nel fumetto che presentiamo, Maggy Garrisson, la dimostrazione che una storia d'investigazione può essere raccontata attraverso i gesti più semplici e comuni che tutti noi facciamo ogni giorno, dalla ricerca di un accendino in un cassetto, al bere una birra al pub per sdrammatizzare una giornata no.
Nella contemporanea Londra, fatta di giornate grigie, malavita organizzata e  personaggi senza superpoteri, un'apatica e disincantata  Maggy si arrangia  per sbarcare il lunario, improvvisandosi per piccoli compensi che le consentano birra e sigarette.
Atmosfere affascinanti, scandite da un ritmo di lettura che valorizza i pochi dialoghi,  preferendo l'immagine alla parola attraverso lo stile narrativo tipicamente francese della bande dessinée, unico elemento che "tradisce" questa storia tipicamente british e ci svela che gli autori sono in realtà due nomi autorevoli nel mondo del fumetto francese: la sceneggiatura di Lewis Trondheim e i disegni di Stéphane Oiry.
I disegni, seppur non accattivanti al primo impatto, ci svelano l'enorme lavoro che c'è dietro ogni vignetta, inquadrature e tempi cinematografici, e particolare   accuratezza del dettaglio tipicamente caratterizzante della ligne-claire.
A rendere tutto più enfatico sono i colori vivi, tutti pienamente carichi,  che contrastano  piacevolmente nel clima uggioso londinese. In particolare l'assenza di sfumature accentua un effetto naif, che viene  compensato dalle luci, proprio come in un set cinematografico, ogni vignetta viene saggiamente illuminata dando intensità e profondità a seconda della necessità di scena.

Cosa è piaciuto:
Potremmo fare prima scrivendo che ci è piaciuto ogni cosa di questo fumetto, (non a caso lo abbiamo scelto per creare il primo articolo del blog), dunque evidenzieremo alcune cose che più abbiamo apprezzato:
  • La dimostrazione che una storia, seppur semplice, se raccontata bene possa diventare un tesoro.
  • Il formato del volume.
  • La scelta della carta Arcoset extra white gr.140.
  • Gli appostamenti in Fiat 127 color senape, nonostante l'anno 2015.
  • ...e se non volete spoiler ci fermiamo qui.
Cosa non è piaciuto:
Se proprio dobbiamo trovare un neo, l'unico elemento che ci ha fatto storcere il naso è come sono state realizzate le luci, che definiremmo troppo sintetiche. Si percepisce poca integrazione tra disegno-colore e luce, si ha l'impressione che a fine lavoro sia stato appoggiato sopra un layer per scurire e definire maggiormente le  "zone scure", creando troppo stacco tra le parti colorate e quelle illuminate.


Concludendo Maggy Garrisson è un volume da_avere senza alcuna esitazione, il problema sarà farvelo bastare, ci si augura che al più presto venga realizzato il secondo ciclo di racconti, fiduciosi che siano  scritti con la stessa maestria con la quale ci ha abituati il suo creatore, e perché no, sperare anche in una serie tv che veda Maggy come protagonista.



Scheda:

Soggetto: Lewis Trondheim.
Sceneggiatura: Lewis Trondheim.
Disegni: Stéphane Oiry.
Inchiostri: Stéphane Oiry.
Colori: Stéphane Oiry.

Casa editrice: Coconino Press - Fandango Editore